Wine Not? La vineyard manager Gaia Giuliacci racconta la nascita di una tradizione vitivinicola ad Antognolla
Con l’avvio della propria produzione vinicola, Antognolla scrive un nuovo capitolo della sua storia. A guidare questa ambiziosa impresa c’è Gaia Giuliacci, vineyard manager e anima di un progetto che unisce passione, tradizione e innovazione. L’abbiamo incontrata per scoprire la nascita di questa avventura, dalla prima vendemmia alla visione che sta plasmando un nuovo modo di intendere il vino in Umbria.
Nata e cresciuta in Umbria, Gaia ha respirato fin da piccola l’essenza del vino, intrecciato ai momenti di convivialità e ai racconti di famiglia. Ricorda con affetto il tempo trascorso con i nonni, in cui ha imparato ad apprezzare il vino non solo come una bevanda, ma come simbolo della tradizione e dell'artigianalità italiana.
Per lei, il vino è molto più di un prodotto: è una storia, un legame con la sua famiglia, la sua eredità e la terra stessa. Nel dicembre 2020, Gaia ha assunto il ruolo di manager del vigneto di Antognolla con determinazione e una visione chiara: produrre vini che non solo onorassero le radici umbre, ma che raccontassero anche una storia unica.
Un vigneto che rinasce
Affiancata dal rinomato enologo Riccardo Cotarella e da un team di professionisti dedicati, Gaia ha intrapreso un percorso di tre anni per restituire al vigneto di Antognolla il suo antico splendore. Nel 2021 sono stati piantati i primi filari e, nel 2023, la tenuta contava già 8 ettari coltivati.
"Ad Antognolla non abbiamo ereditato una tradizione vinicola, poiché i vigneti della tenuta erano stati estirpati molti anni fa. Tuttavia, abbiamo recuperato antiche parcelle per ricreare quella tradizione", spiega Gaia.
Grazie a un attento studio del territorio, Cotarella ha selezionato le aree più adatte alla viticoltura, dando vita a un progetto che è prima di tutto un omaggio alla terra. Non si trattava solo di piantare viti, ma di selezionare le varietà giuste e coltivarle affinché riflettessero il terroir unico della regione.
La prima vendemmia, nel 2023, ha segnato l’inizio di questo cammino con la raccolta delle uve Chardonnay, seguita dall’imbottigliamento per la produzione di spumante nel 2024. Ma il vero traguardo è a lungo termine: creare vini che raccontino una storia, intrecciando qualità, territorio e innovazione.
"Dovevamo iniziare comprendendo il territorio, selezionando le varietà giuste per questo luogo specifico", racconta Gaia. "Abbiamo piantato Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Chardonnay, tra gli altri, ma ciò che stiamo realmente creando è un vino che racconta la storia di questa terra, del lavoro che vi abbiamo dedicato e del futuro che stiamo costruendo".
Un’esperienza oltre il calice
Oltre alla produzione, Gaia vuole offrire agli ospiti di Antognolla un’esperienza immersiva, fatta di degustazioni, vendemmie e incontri che svelano il dietro le quinte della vinificazione. Con il futuro resort in arrivo, il vino diventerà parte integrante di un viaggio sensoriale, in cui ogni bottiglia racconterà la bellezza dell’Umbria. Gli ospiti potranno partecipare a eventi e degustazioni dedicate, oltre a poter acquistare bottiglie personalizzate. Gaia è convinta che queste esperienze aiuteranno le persone a comprendere l'arte della vinificazione e, soprattutto, il suo legame con il paesaggio umbro.
"Non vogliamo solo produrre vino", spiega Gaia. "Vogliamo che le persone vivano il territorio, la cultura e il processo. Il vino è connessione: con le persone, con la terra e con la storia che lo accompagna".
Il progetto è ancora nelle fasi iniziali, ma l’entusiasmo di Gaia è contagioso. Per lei, non si tratta di correre per ottenere risultati immediati, ma di costruire qualcosa che resista alla prova del tempo.
"Siamo in una fase di start-up", dice con un sorriso. "Ma è proprio questo a renderlo emozionante. È un progetto a lungo termine. Non cerchiamo risultati veloci, vogliamo costruire qualcosa di sostenibile e significativo".
Man mano che il vigneto maturerà e la produzione aumenterà, la tenuta sta valutando anche la possibilità di creare un wine club per i futuri proprietari delle ville della tenuta.
L’Umbria, una terra da riscoprire
In un Paese dominato da grandi regioni vinicole come Toscana, Piemonte e Veneto, l’Umbria rimane un gioiello ancora poco esplorato. Per Gaia, è proprio questa la sua forza: “Abbiamo un potenziale straordinario, paesaggi mozzafiato e un terroir che può dare vita a vini di altissima qualità”.
Sebbene l’area non abbia una tradizione vinicola consolidata, le varietà selezionate, come il Merlot, stanno già mostrando risultati promettenti. La prima vendemmia di Merlot ha sorpreso positivamente, con un colore e un gusto che indicano un vino di alta qualità destinato a migliorare con il tempo.
"Vediamo il potenziale di una regione che può produrre vini eccellenti. Riflette la qualità del resort", afferma.
"Quello che stiamo creando qui è più di un semplice vino", conclude Gaia. "È qualcosa di veramente nostro, che riflette la terra, le persone e la cultura dell’Umbria"